Elaborazione del Lutto

Nel lutto il mondo si è impoverito e svuotato, nella melanconia impoverito e svuotato è l’Io stesso.  

Sigmund Freud

Che cos’è il lutto?

Con il termine “lutto” si intende uno stato di profonda sofferenza che si verifica in seguito alla perdita non solo di una persona cara, ma di qualunque condizione e relazione importante nella vita di un individuo, dalla  rottura di una relazione affettiva importante, alla perdita di un lavoro, alla morte del proprio animale da compagnia.

Per comprendere meglio ciò che si verifica in queste situazioni, è interessante valutare la distinzione tra “lutto” e “cordoglio”.  Il termine “lutto”, dal latino luctus – “pianto”, si riferisce alle manifestazioni esterne che accompagnano la sofferenza, ovvero il pianto, le espressioni di dolore, i riti o le cerimonie di congedo; il termine “cordoglio” invece, deriva da cor – “cuore” e dŏlēre – “provare dolore, soffrire” e indica  un “dolore del cuore” inteso come la sofferenza interiore, l’insieme di emozioni, sentimenti e pensieri che si provano a causa della perdita.

Può accadere che  la manifestazione esterna della sofferenza, ovvero il lutto, può essere cancellato o nascosto. Non è possibile però cancellare il dolore interiore che inevitabilmente lo accompagna.

La tendenza a nascondere il lutto è uno tra i fattori che possono comprometterne l’elaborazione. E’ necessario un lavoro di ristrutturazione delle proprie emozioni e dei propri pensieri per poter accettare la perdita e il dolore ad esso collegato.

Spesso la strategia a cui facciamo ricorso per affrontare l’esperienza della perdita è quella della distrazione, del non pensare, che porta a spostare la propria attenzione dalle emozioni al fare, con l’obiettivo che il dolore ignorato, scompaia. In realtà questo atteggiamento non fa che prolungare il lutto, che per essere superato richiede il confronto con la sofferenza e non la fuga da essa.

Diventa  necessario chiedere un aiuto psicologico quando ci accorgiamo di essere bloccati in una fase del processo di elaborazione del lutto, ad esempio nella depressione o nella rabbia (“perché proprio a me?”) o quando compaiono problemi legati a comportamenti a rischio, come l’abuso di sostanze, quando proviamo un’ angoscia persistente, quando il nostro corpo ci manda dei segnali (somatizzazioni), che possono essere mal di testa, nausea, disturbi del sonno, e molto altro e ancora quando le nostre giornate non hanno pià senso e ci ritiriamo socialmente o, all’opposto, sentiamo il bisogno di stare con gli altri per non pensare e provare a non sentire quel dolore.

Il lutto è un processo che non termina con i riti  e le cerimonie di congedo ma ha bisogno di tempo per essere elaborato. Ogni persona vive a modo proprio la perdita e non tutti abbiamo le stesse manifestazioni emotive al dolore e alla sofferenza.

Come intervenire?

La psicoterapia accoglie l’individuo con tutte le sue diverse manifestazioni emotive alla perdita, all’interno di un contesto protetto dove la persona può lasciarsi andare a ciò che sente senza spaventarsi o nascondersi. Aiuta ad entrare in  contatto con le emozioni sottostanti, come la rabbia, il senso di colpa, l’impotenza.

La terapia  EMDR  risulta particolarmente efficace nell’affrontare ed elaborare il lutto  che è un evento in sé stressante e traumatico.

L’EMDR favorisce una naturale rielaborazione e integrazione delle esperienze traumatiche. Esse rimangono localizzate in memoria in un punto preciso delle reti neurali creando disagio e sofferenza psichica. Con l’EMDR è possibile dar loro una collocazione migliore, una forma meno disturbante. Con la  tecnica EMDR   si ha la possibilità di focalizzarsi sul ricordo del trauma (sull’esperienza stressante) intervenendo nel punto del nostro cervello dove le reti neurali trattengono il ricordo e le brutte e spiacevoli sensazioni ed esso collegate, accedendo proprio lì, dove il ricordo è immagazzinato. Questo permette di  rielaborare le informazioni  trattenute e bloccate, ovvero quelle che creano disagio e sofferenza.

Quando l’evento traumatico – stressante sovrasta ogni capacità di ripresa della persona, è necessario ricorrere ad una psicoterapia che sostenga e accompagni la persona verso un nuovo equilibrio. 

Con l’EMDR il ricordo doloroso della perdita di un caro si ricolloca, si riorganizza nelle reti della memoria in modo più adattivo: il ricordo non viene cancellato, non è possibile dimenticare, bensì prende una forma meno disturbante e distruttiva, ovvero, il ricordo rimane ma non sarà più carico di emozioni e sensazioni spiacevoli e disturbanti.

Affrontare e elaborare il trauma della perdita mette l’individuo in condizioni di riappropriarsi piano piano della sua vita e di tutte le sue sfere raggiungendo un nuovo equilibrio.

Ricevo presso:

  • Centro Terapie Integrate via Firenze 100, 00043 Ciampino (RM)